Archive for the ‘varie’Category

Amo questa donna

FINOCCHIARO (Ulivo). […] Colleghi, il nostro giudizio su questa finanziaria è ampiamente favorevole. Lo era sul testo del Governo, lo è sul testo che il Senato consegnerà alla Camera. Abbiamo mantenuto le nostre promesse. [...] Quello che voglio dire, se i colleghi me lo consentono, è che l’approvazione della legge finanziaria qui al Senato, con questa maggioranza, senza il ricorso al voto di fiducia, ha un valore politico assai più importante dell’approvazione della legge in sé. Molti commentatori politici l’hanno già definito: “il cambio di fase”, la “svolta”, il “nuovo scenario”. È così.
Mi rivolgo ai colleghi dell’opposizione. Mi rivolgo, in particolare, ai colleghi dell’UDC, di Alleanza Nazionale, della Lega e ai tanti colleghi di Forza Italia trascinati nell’insensatezza di una strategia politica decisa ed imposta dal presidente Berlusconi. (Commenti dal Gruppo FI). Una strategia politica decisa, imposta e sbagliata, innanzitutto per l’Italia, disastrosa per il centro destra, che è rimasto schiacciato nella morsa di un’attesa che si è snocciolata, sin dai primissimi giorni della legislatura, giorno dopo giorno, voto dopo voto, provvedimento dopo provvedimento, in attesa della cosiddetta spallata. Termine da partita di rugby. E che non è venuta su questa finanziaria, colleghi, per 715 votazioni.
E mentre questo accadeva, sulla stampa, nelle dichiarazioni pubbliche e private una ridda di indiscrezioni, di pettegolezzi, di retroscena. Espliciti anche sui tentativi di corruzione – come si chiama ovunque nel mondo – corruzione politica di nostri senatori. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com, SDSE, Aut, Misto-IdV, Misto-CS e Misto-Pop-Udeur. Proteste dal Gruppo FI).

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di lasciar concludere la senatrice Finocchiaro.

FINOCCHIARO (Ulivo). Ne hanno parlato esplicitamente alcuni di voi, con accenti lievi ed irridenti, come se si trattasse di una cosa così, che si fa, si può fare e si può anche dire.  A segnalare che ad essere corrotta è, innanzitutto, un’idea della politica. Di più, mi sbagliavo, perché quella non è politica, ma cattiva pratica.
E non è – ne sono assolutamente certa – di tutto il centro-destra. Al contrario, e per sovrapprezzo, la cattiva pratica ha scacciato la politica. E vi ha condannato tutti, senza distinzioni, all’imbarazzato silenzio e all’attesa.
Mi tornava in mente stamane una poesia di Kavafis, che molti di voi conosceranno e di cui voglio ricordare qui soltanto qualche verso, anche per rasserenare il clima: «Che cosa aspettiamo così riuniti sulla piazza? Stanno per arrivare i barbari oggi. Perché un tale marasma al Senato? Perché i senatori restano senza legiferare? È che i barbari arrivano oggi. Che legge voterebbero i senatori? Quando verranno, i barbari faranno la legge». E finisce: «Come sono divenuti gravi i volti! Perché le strade e le piazze si svuotano così in fretta e perché rientrano tutti a casa con un’aria così triste? È che è scesa la notte e i barbari non arrivano. E della gente è venuta dalle frontiere dicendo che non ci sono affatto i barbari. E ora, che sarà di noi senza barbari? Loro erano comunque una soluzione».
È stato così. E molti di voi, colleghi, sanno che non c’è soluzione fuori dalla politica. Lo capisco anch’io che, come dice il presidente Berlusconi, sono comunque una donna. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com, SDSE, Aut, Misto-IdV e Misto-Pop-Udeur). La senatrice Bonfrisco non applaude, ma mi sorride, capisco.
Molti di voi autorevolissimi rappresentanti del centro-destra hanno dichiarato che, nel momento in cui questa finanziaria verrà qui approvata, si aprirà una nuova stagione per l’Italia e per la politica, perché a finire sarà la declinazione del bipolarismo come muro contro muro, spallate e ginocchiate, e si aprirà finalmente un nuovo tempo per il Paese, e per ciascuno di noi. Il tempo della riforme di cui discutere insieme, di una nuova legge elettorale, delle grandi questioni nazionali. Ciascuno dalla propria parte, ma insieme per l’Italia.
Anche perché, lo sapete voi come noi, non c’è più tempo. I barbari non sono arrivati e ne abbiamo sprecato troppo. E questo è imperdonabile. Non voglio tuttavia sottrarmi ad una riflessione sulla nostra maggioranza che vorrei fare in termini meno stucchevoli della proclamazione di una vittoria.
È una mia riflessione di questi giorni a cui l’intervento di Natale D’Amico, ieri, ha dato un contribuito essenziale. Ed è una riflessione che mi permetto di sottoporre anche al Governo…

PARAVIA (AN). Ma quale maggioranza?

FINOCCHIARO (Ulivo). Ieri, Natale D’Amico… (Commenti del senatore Paravia).

PRESIDENTE. Senatore Paravia, la prego.

FINOCCHIARO (Ulivo). La maggioranza che ti ha battuto per 715 volte in quest’Aula e che tra 5 minuti ti batterà ancora una volta. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com, SDSE, Aut, Misto-IdV e Misto-Pop-Udeur. Vivaci commenti dai banchi dell’opposizione).

PARAVIA (AN). Arrogante! Arrogante!

FINOCCHIARO (Ulivo). Ieri, Natale D’Amico ha difeso – in quest’Aula – un articolo che quasi tutti, giornali compresi, hanno definito una “concessione” alla sinistra radicale. Sbagliato. Perché quell’articolo, quella formulazione ormai apparteneva a tutti, uno per uno, delle senatrici e dei senatori della maggioranza. Lo stesso potrei dire per altre parti della legge. Perché quest’anno, molto di più di quanto sia accaduto, paradossalmente, lo scorso anno – lo dico anche al Presidente del Consiglio – quella parte della legge finanziaria che è stata elaborata qui non è stata la tessitura paziente di un patchwork in cui trovare una composizione ponderata. Nella parte costruita qui al Senato è stato molto di più.. È stato il frutto del lavoro, ovviamente durissimo… (Commenti dal Gruppo AN). Ma non siete capaci di fare parlare qualcuno senza interrompere? (Applausi dal Gruppo Ulivo. Commenti dai banchi dell’opposizione). Non siete proprio capaci! […]
È stato il frutto di un lavoro, certamente durissimo, molto paziente, di mettere a frutto insieme culture politiche diverse, ma soprattutto (lasciatemelo dire) di apprezzarne l’utilità per il cambiamento, la crescita, la coesione del Paese. Il che dimostra soprattutto una cosa: che c’è più forza espressiva comune in questa maggioranza di quanta noi stessi non pensiamo. Altrimenti non ce l’avremmo mai fatta. Lo dico perché capisco, bene, disagi e difficoltà politiche che si segnalano. E penso che vadano prese molto, molto sul serio. Perché l’abbiamo sperimentato proprio sul campo più aspro di questa finanziaria, in queste settimane in cui tutti gli osservatori politici si attendevano che qui finisse.
Ma lo dico perché forse è irrituale rispetto ai canoni che governano normalmente i discorsi politici – normalmente maschili – perché a me è capitato di capirlo molto più lucidamente di quanto fosse mai accaduto in questo anno e mezzo, così che il lavoro che abbiamo prodotto al Senato non ci appartiene a pezzetti per Gruppi, ma appartiene a tutta la maggioranza.
Voi ci avevate sottovalutati, ma noi ci eravamo sottovalutati.
Da oggi ricominciamo, colleghi. Ricominciamo a ragionare, a confrontarci con tutte le forze politiche, con i Gruppi parlamentari, con i colleghi che sceglieranno di discutere di riforme, a cominciare da quella elettorale e da quella istituzionale. Perché l’attesa è finita, perché comincia di nuovo il futuro della politica e il futuro dell’Italia. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com, SDSE, Aut, Misto-IdV, Misto-CS, Misto-Pop-Udeur e dei senatori Levi-Montalcini, Scalfaro e dai banchi del Governo. Molte congratulazioni).

[qui il testo integrale]

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16

11 2007

Si faccia una domanda…

D: Perché non hai ancora postato, oggi?
R: Come ti permetti? Mica mi pagano, per farlo! [Pausa.] La verità è che i minuti sono diventati 24.950.
D: Ah, capisco. A che punto sei?
R: Cosa fai, provochi? [Pausa.] 76/128.
D: Ti chiedo dove sei e tu mi dai i valori della tua pressione?
R: Cretina! Sono le pagine fatte / pagine totali del documento.
D: Ah, ecco. Hai sempre istinti suicidi?
R: Grazie per avermelo ricordato. No, ho capito che per un libro non si può morire. Non per questo libro, comunque.
D: Ma perché ti stai dando tanta pena? Si tratta di un libro “obbligatorio”? [Strizzatina d'occhio.]
R: Niente affatto. [Pianto dirotto.] La colpa è soltanto mia.
D: Te l’ho chiesto perché, nella blogopalla, l’idea che molti libri siano in realtà marchette è assai diffusa…
R: La blogopalla non ha torto. Però ha meno ragione di quanto creda.
D: E adesso che hai postato, cosa fai? Esci? Ti guardi un bel film? Leggi l’ultimo numero dell’Indice?
R: [Silenzio.]

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15

11 2007

Mi fido?

tempo.jpg

Arrotondando, 400 ore di revisione.

16, 6 (periodico) giorni interi.

Adesso ditemi voi:

  1. Se il dato di Word è affidabile, è stato bello stare con voi, ma adesso, scusate, devo andare a comprarmi una pistola.
  2. Se il dato di Word non è affidabile, perché caspita ce lo mettono? Per fare un favore ai rivenditori di armi?

Ah, ve l’ho detto che non sono neppure a metà del testo?

A ogni modo, il prossimo che mi dice: “Che bello, chissà come ti diverti a lavorare sui testi!” fa una bruttissima fine.

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14

11 2007

Ho sentito cose…

… che voi umani forse sentite tutti i giorni. Ma io no. Spiego: per motivi che non posso (e quasi non so) spiegarvi, sono stata rinchiusa per l’intero pomeriggio in una sala superlusso (con tanto di cameriere-catering di altissimo livello, del tipo: “Questo è yogurt magro, questo è intero, questo è alla vaniglia speziata, questo è alle fragoline di montagna, questo è alla liquirizia. Se non prende nulla, mi denudo e mi frusto da solo per penitenza…”) a sentir parlare di prodotti. Di una serie infinita di prodotti. E non da gente qualsiasi, ma da pezzi grossi, amministratori delegati e simili. Che, forti del loro Powerpoint, del loro orologio pluridimensionale e dei loro completi gessati-ma-sportivi-dentro, hanno dimostrato di essere in seria difficoltà quando si trattava di spiegare qualcosa. Perle colte al volo:

  • E’ specificamente specifico per il target kid, che, cioè, come dire, è, sarebbe il target bambino.
  • Questo prodotto situato a shelf ha dimostrato la potenza del valore aggiunto in più nel pack.
  • A un certo punto volevamo fare un un-pack ma la store promotion era già sulla strada del facimento…
  • Abbiamo avuto numerevoli pressioni dalla nostra corporate.
  • Questo brand appila… cioè… è molto… ha molto efficiacia…

Intendiamoci: non ho (quasi) niente contro l’uso dei termini inglesi nei discorsi di lavoro. Fungono spesso da collante, conferiscono sicurezza a chi parla e chi ascolta, come se tutti facessero parte della stessa tribù. Ma oggi ho avuto la sensazione che non si trattasse semplicemente di far ricorso a un termine familiare a tutti, di percorrere una scorciatoia linguistica. Oggi ho avuto la netta sensazione che, sotto l’inglese, si nascondesse una semplice carenza mentale e pratica dell’italiano.

E ho provato un’acuta nostalgia delle folli, incredibili, improbabili proposte editoriali che giacevano, inascoltate, sulla mia scrivania.

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13

11 2007

Quasi OT

Non c’entra niente con i libri né con i secondi piani, ma con le parole (e con la loro manipolazione) sì. Per questo, sono lieta di diffondere questo illuminante post: Skypephone e 3: la disonestà fatta operatore. Purtroppo mi sembra soltanto uno dei mille casi in cui, tra l’altro, si sfrutta la diffusissima incapacità di analizzare linguisticamente quello che ci viene detto. E non soltanto dalla pubblicità. Devo aggiungere che m’interessa poco sapere se tutte le critiche e le accuse siano fondate: è la forma che è profondamente sbagliata.

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10

11 2007

Sacrosanto

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wga-heroes-250.jpg

E potrei continuare molto a lungo… Tutte le spiegazioni (e un video illuminante) sul perché gli sceneggiatori di Hollywood sono in sciopero le trovate qui. Hanno ragione da vendere. (Ah, e se non sapete chi è Aaron Sorkin, ve lo dico io: è un genio).

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09

11 2007

Certezze ortografiche

Ce le abbiamo tutti, probabilmente, le «parole sfigate». E per fortuna che, a dare una mano (una volta tanto), ci sono le «opzioni di correzione automatica» di Word. Altrimenti non farei che scrivere:

  • orami
  • Mialno
  • sopresa
  • plurimio
  • batsa
  • Cartina [Caterina]
  • yuttavia
  • oip [poi]
  • nomma [mamma/nonna, a scelta]

… con risultati, lo ammetto, piuttosto divertenti, ma assai poco professionali…

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09

11 2007

Perplessità sintetica

Ma un’anima pia riesce a spiegarmi a che diamine serve il “sunto automatico” di Word? A ridere, vero? Perché, se così è, ci riesce benissimo. Per me è la funzione più inutile della Storia (anche di quella pre-informatica).

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09

11 2007

Kill the romance?

Sotto il titolo “Top 10 Tips for Great Writing” il sito thelistuniverse scrive qualche serena banalità. Poi, però, ci s’imbatte in questo diktat:

Kill the Romance

This may be a controversial point, but I strongly believe (as do many people) that, whenever possible, you should avoid the use of words that have come from the Romance languages (languages that have their roots in Latin – Spanish, French, Portuguese, Italian, and Romanian). Our language grew over the years by taking bits and pieces from other languages – some Romance, and some Germanic; in fact, most Romance words have a Germanic counterpart. Germanic words tend to feel stronger and give more weight to your writing.

Here is an example: The British attempted to destroy the Colonial uprising in America. (Attempt, and destroy both have romance origins.)

A better sentence would be: The British fought to crush the Colonial uprising in America. (Fought, and crush are both germanic in origin.)

The second sentence is much stronger than the first. Sometimes it can be difficult to find a Germanic equivalent, but you can normally do so with a good thesaurus in hand.

Per fortuna che l’estensore si para il cu le spalle, affermando: This may be a controversial point. Trovo quantomeno stupida questa indicazione. Le due frasi citate hanno ovviamente una forza diversa perché usano parole diverse. E poi, scusate, ma che le lingue romanze allunghino sul testo un’ombra di leggerezza e di debolezza mi pare anche vagamente razzista.

08

11 2007

Ma come ti chiami?

Quando uno si è bell’e convinto di aver sentito tutti i cognomi possibili (fiction e non fiction) improvvisamente spunta fuori lui:

Ray Tuttoilmondo

Non sto scherzando. E’ in forza al Galveston County Sheriff’s Office e si sta occupando del caso Baby Grace. E mi viene in mente – ovvio – la scena del Padrino parte II in cui Vito Andolini diventa Vito Corleone. Chissà se è andata nello stesso modo per gli antenati di Mr Tuttoilmondo. Ma soprattutto penso a come gli americani pronunceranno il suo nome. E alle infinite spiegazioni che Mr Tuttoilmondo avrà dato nel corso della sua vita…

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06

11 2007

Anch’io

Ray Bradbury, in un’intervista a Le Monde, dichiara di voler essere sepolto su Marte. E poi rovina tutto rammaricandosi del fatto che Schwarzenegger non si presenti alle presidenziali americane. Per favore, seppellite anche me su Marte, ma in un altro plot.

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06

11 2007

E’ record?

I muri della CE sono molto sottili, quindi mi sorbisco spesso le telefonate di una collega che ha un unico scopo nella vita: usare tutte le frasi fatte dell’italiano nel minor tempo possibile. Questa è la rapida trascrizione (qualcosa mi è certamente sfuggito) di una telefonata di stamattina.

«Oh, ciao, bella… Eh, cosa vuoi, si tira avanti… Be’, finché c’è la salute…. Dimmi tutto… Ah, vuoi prendere due piccioni con… No, no, lo so come fa quello, sta sempre lì a menare il can per… Ah, poi c’è quell’altro… No, no, sì, sì… sembra uscito fuori dall’asilo Mariuccia, sempre lì a contarti la rava e la fava… A casa mia si dice: ‘Va a ciapà i ratt’ [per i non nordici: “Togliti dai piedi”, "Vattene" o simili]. Ma certo che te lo posso fare, aspetta un attimino… È che ‘sto computer stamattina è lento come la fame… Ecco: ti mando la mail così ce l’hai in un battibaleno… Ma figurati, una mano lava l’altra… Ciao, bella, eh, massì… tutto è bene quello che finisce bene.»

Se tanto mi dà tanto, è record.

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06

11 2007

Leggere, scrivere e far di… cinema

E’ festa, lasciatemi scherzare…

♣♣♣

Georges Simenon era molto prolifico. Si narra che, un giorno, mentre stava scrivendo il suo 158mo romanzo, ricevette una telefonata di Alfred Hitchcock, all’epoca negli Stati Uniti. La moglie di Simenon, che aveva preso la chiamata, spiegò a Hitchcock: “Mi spiace, ma Georges sta scrivendo e non vorrei disturbarlo.”

Al che Hitchcock ribatté: “Gli lasci pure finire il libro. Io resto in linea…”

♣♣♣

L’ignoranza letteraria dei produttori e degli agenti hollywoodiani del passato è leggendaria. Si racconta che uno di essi volesse assumere Goethe come sceneggiatore e che un altro avesse disperatamente cercato d’intervistare Robert Louis Stevenson. Un giorno, un agente scrisse alla casa editrice che pubblicava i volumi di William Makepeace Thackeray, affermando di voler gestire i diritti cinematografici del romanzo Henry Esmond. Divertito oltre ogni dire, l’editore comunicò all’agente che Mr Thackeray stava scrivendo un fantastico thriller, il cui titolo sarebbe stato La fiera delle vanità.

♣♣♣

Sullo stesso tenore: Harry Cohn, il capo della Columbia, aveva sentito parlare di un testo chiamato Iliade, scritto da un certo Omero. Convinto che se ne sarebbe potuto trarre un film, Cohn chiese ai suoi sceneggiatori di scrivere un trattamento (di un’unica pagina) basato sulla storia narrata dell’Iliade. Il giorno dopo, il trattamento venne consegnato a Cohn, che tuttavia, dopo averlo letto, esclamò, seccato: “Ma ci sono un sacco di greci, qui dentro!”

(via Anecdotage)

02

11 2007

Cose inglesi…

Odio i blog che vivono di copincollamenti, ma questa notizia presa dal Bookseller mi sembrava degna di attenzione. Anche perché davvero non so se esista una cosa del genere anche in Italia (credo di no). Per i pigri: 6000 £, al cambio di oggi, sono 4.172 8.631 € (grazie Laura!).

Author pay is under threat

Authors are fearful that the money they receive when their books are borrowed from public libraries will be hit by fall-out from the Comprehensive Spending Review. The Public Lending Right, which handles the pay-outs, has been instructed by the Department for Culture, Media & Sport to prepare to make efficiency savings. It expects to hear next week what its financial settlement for the next three years will be, and is “apprehensive” funding will not be increased along the lines of inflation.

Authors currently receive 5.98p each time one of their titles is borrowed, up to a maximum of £6,600. According to the ALCS, the median income of a professional author is just £14,000.

Crime writer Margaret Yorke said any cut would be “simply frightful and absolutely typical of this government”, while author Philippa Gregory said the payments were “essential”. Mark Le Fanu, general-secretary of the Society of Authors, added: “For beleaguered midlist writers, these payments are an increasingly important source of income. Any cut will make it harder for them to survive.”

Tracy Chevalier, chair of the Society of Authors, has written to culture secretary James Purnell calling for PLR payments to be “maintained in real terms”, stressing that they are a lifeline to many authors. PLR registrar Jim Parker added that heavily borrowed authors are not necessarily bestselling authors: “80% come back and tell us that the money is absolutely vital to them,” he said.

One elderly prominent author, who asked not to be named, said the PLR pay-out has become crucial since she retired from writing four years ago. “I earn almost nothing now and that £6,000 is very welcome.”

Gregory added: “It’s essential that there is some kind of recompense to writers who are borrowed rather than bought. It shouldn’t be cut.”

The Bookseller, 1/11/07

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02

11 2007

Incast(r)ata

Qualche tempo fa (un tempo fa non sospetto) mi hanno detto che appartengo a una casta.

La casta di chi è condannato a leggersi a velocità fulminante valanghe di cose brutte (ma brutte, brutte, brutte, eh [cit.])?

La casta di chi palpita per una A andataa fuori posto su una copertina?

La casta di chi deve raccontare un romanzo in quindici secondi perché sennò “Uh, che storia complicata! Chi vuoi che la legga!”?

La casta di chi “Ah, lavori in una CE? Guarda, ho scritto un libro in-cre-di-bi-le!”

La casta di chi rovescia un libro come svariate paia di calzini per poi sentirsi dire dall’autore “Mah, hai cambiato davvero pochissimo…”

No, mi è stato risposto.

La casta di chi ha i libri gratis.

Non ho ribattuto.

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31

10 2007

Tre uomini e un film

Scena: Vagone di prima classe di un Pendolino.

Interpreti: Tre uomini in rigorosa mise da battaglia bancario-assicurativa (camicia azzurrissima, cravattona finto vivace, mani proteiformo-cellulariche)

Uomo 1: “Ieri sera ho visto Apocalypto.”

Uomo 2 e Uomo 3: “Ah… Grumps… Hmmss.”

Uomo 1: “Sapete cos’è?”

Uomo 2 e Uomo 3: “Ahh… Grumps… Hmmss.”

Uomo 1: “Coi sottotitoli!”

Uomo 2 e Uomo 3: “Ahh… Grumps… Hmmss.”

Uomo 1: “Oh, ma dico: due ore, tutto coi sottotitoli! L’ho pure scaricato tre volte, perché pensavo che non fosse giusto!”

[pausa]

Uomo 2: “Coi sottotitoli? Perché?”

Uomo 3: “In che lingua parlavano?”

Uomo 1: “Be’, parlavano in… indigeno!”

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30

10 2007

Ce l’hai 5900 euro?

Non ho trovato traccia della notizia in quel megarchivio iperspecializzato che è il sito del Vaticano (anzi il motore di ricerca, con le voci “templar” “templars” “templarios” non dà risultati), ma, a dar retta a questa notizia, il Vaticano metterà in circolazione, dopo 699 anni, un documento che prova come papa Clemente V non fosse d’accordo sull’accusa di eresia mossa ai cavalieri templari.

Il documento – di 300 pagine – avrà una tiratura limitata di 799 copie e sarà messo in vendita per la modica cifra di 5900 euro.

Ora: Dan Brown quei soldi li ha di sicuro. E già la cosa mi preoccupa (come niente, ci ritroveremo a leggere un Il codice da Vinci II: la vendetta in cui si scopre che Robert Langdon è parente stretto di san Giuseppe ed è destinato a rivalutarne l’immagine “appannata” da quella approfittatrice della Maddalena). Ma soprattutto m’immagino tutti quegli scrittori meno fortunati (anche economicamente) che si coalizzano per comprare il documento e poi se lo spartiscono, scrivendo ognuno su una parte ben precisa (“Tu puoi attingere soltanto da pagina 1 a pagina 34; tu vai da pagina 35 a pagina 77…”) e producendo una serie di romanzi… “zoppi”.

E sì che l’uragano Ho-scritto-un-libro-come-il-codice-ma-moooolto-più-bello stava quasi per trasformarsi in una pioggerella…

28

10 2007

Ancora?

Cosa dire di un corto come questo se non: ancora? Ancora l’italiano col capello impomatato? Ancora l’”Italian stallion”? Ebbene sì. Gli uomini italiani, in America, evidentemente non si scostano da quel modello, dall’incrocio tra Mastroianni e Christopher Moltisanti.  Che dite, gli lasciamo l’illusione?

P.S. Il corto dura otto minuti. Non c’è bisogno di vederlo per intero, comunque. E il finale non mi è sembrato chiarissimo…

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28

10 2007

Spam bottom

In un (piuttosto corretto) messaggio spam, vengo contattata da un’azienda che si occupa di

Reclutamento e selezione, creazione ampliamento rete di vendita, Archivio Venditori, procacciatori, rappresentanti, agenti di commercio, dirigenti e area manager

Probabilmente anche di creazione del mondo in meno di sei giorni, però non lo dicono per non bullarsi troppo. Chissà poi perché una sola categoria è maiuscola…

Ma la cosa più bella è in calce:

Clicca qui per cancellare i tuoi tadi dal nostro archivio

Ohibò. Avevo un archivio di tadi e non lo sapevo. Mi sono persa qualcosa?

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25

10 2007

Uppercut

«By G8 standards, Italy is a strange country. Put simply, it is a nation of octogenarian lawmakers elected by 70-year-old pensioners. Everyone else is inconsequential.

Romano Prodi, the Prime Minister, is a spry 68, knocking off 71-year-old Silvio Berlusconi in last year’s election. President Giorgio Napolitano, 82, has six more years left on his term; his predecessor was 86 when he called it quits. In the unlikely event that Italy declares war, the decision will come from a head of state who was a month shy of 20 when the Germans surrendered at the end of the Second World War.

This creaky perspective is a necessary introduction to any discussion about Italian politics with outsiders, I find. If the Italian Government seems unable to adapt to the modern world, the explanation is quite simple. Your country would operate like this too if your grandparents were in charge.»

Se volete farvi del male, l’articolo intero è qui ed è del Times, mica del Chapanga Hill News. Ed è stato scritto da uno straniero che, in Italia, ci vive e ci lavora.

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25

10 2007

OT TV

Heroes è vedibile (niente di eccezionale, ero abituata a ben altro) con qualche buon momento. Ma, se Peter Petrelli si mette ancora una volta i capelli dietro gli orecchi, giuro che urlo. Ma come? Sai volare (e sai altre cose che non voglio spoilerare) eppure non ti sei mai accorto che i tuoi capelli sono troppo corti per rimanere ?
[PS. Per l’uso di «orecchi» invece di «orecchie» vedi qui. Ho letto e obbedito all’istante.]

25

10 2007

Parenti serpenti

RIVELAZIONE Hemingway amava la nonna di Giletti di ALESSANDRA MENZANI
MILANO I casi della vita: Ernest Hemingway sarebbe potuto essere il nonno di Massimo Giletti. O meglio, Giletti sarebbe potuto essere il nipote del grande scrittore americano. Sicuramente (o quasi) non sarebbe diventato un conduttore televisivo di successo e non avrebbe presentato Domenica in. (Dal sito di Libero)

Sì, avete il permesso di andare su sito di Libero per verificare che non sto scherzando, che una simile «notizia» è veramente apparsa lì.

E, no, il link non lo metto.

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24

10 2007

I beg your pardon?

PROTECTING OF THE FISCAL SLIP TO THE BOX

(Per molto tempo, accanto al banco dei gelati di un bar del centro, è rimasto appeso questo cartello. Adesso non c’è più e volevo piangerne con voi la [prematura?] scomparsa.)

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23

10 2007

S’io fossi

… figa e abitassi a Springfield, sarei così

E’ ufficiale: simpsonize me è una droga.

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23

10 2007

Fit at forty

(sottotitolo: neanche fossimo fossero Matusalemme)

Ci sono tutte le spiegazioni che volete (è gente dello spettacolo/sport, col corpo ci vive [ah, noi, fortunati inorganici!], ha bisogno di essere sempre “a posto” [noi, al contrario, si va al lavoro in ciabatte e ci si mette le dita nel naso durante le riunioni]) Ma definire una quarantenne remarkably well preserved un po’ girare le fa.

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22

10 2007

No, non l’ho letto

Però mi diverte moltissimo l’accesa discussione ironica e falso (vero?) intellettuale che ha attraversato alcuni luoghi della blogopalla italiana. Davanti a recensioni come questa (incipit: «Virginia Woolf si è reincarnata…») un venticello di perplessità mi sfiora. Poi m’imbatto in un post piuttosto acidello, ma con parole pesate, e in un altro surreal-divertente e tiro un respiro di sollievo: la blogopalla non è ancora asservita ai blogoguru, per fortuna. E la mancanza di asservimento fa sempre piacere. D’altra parte, la valanga di post, commenti, video eccetera mi sembra non abbia inciso affatto sull’andamento (commerciale) del libro. Il che significa che la blogopalla deve ancora assorbirne, di gente, prima di pesare davvero sulle «scelte culturali degli italiani».

P.S. Come avete notato, del libro in oggetto ho accuratamente evitato di nominare autore e titolo…

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10 2007

Come li invidio

Mi capita (sì, mi capita) di leggere i titoli dei film porno. E mi prende un’invidia indicibile. Perché loro (i titolisti)  non si devono spremere le meningi per trovare titoli belli ed efficaci o lottare con chi vuole tradurre letteralmente un (brutto) titolo originale. No, a loro basta prendere un titolo di successo e… adattarlo. Per esempio, Gang bang of New York è un capolavoro. Ma anche Mia moglie si fa Blackzilla! (notare l’esclamazione) è un bel concentrato di stilemi a effetto. Dai, mettiamone insieme qualcuno…

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10 2007

Bentornati

Grazie per aver traslocato insieme con Secondo piano.

20

10 2007

Piccolo delirio

Perché i casi sono due, non si scappa: o è tuo o è di qualcun altro.
Se è tuo, quando lo vedi lì, in mezzo agli altri, diventi subito una mamma al primo giorno di asilo: il tuo sembra migliore, sì, sì, anzi spicca decisamente in mezzo agli altri, trasuda intelligenza e charme… come non ammirarlo? E, anche se ti atteggi a distaccata, poi finisce che l’occhio ti cade sempre lì.
Se è di qualcun altro, e lo vedi lì, magari vicino al tuo, invece scatta subito l’occhiata-Sherlock Holmes; cerchi i difetti, le smagliature anche minime, oppure i segni della banalità, se non della bruttezza più palese.
Il libro, dico.
Insomma: com’è possibile non accorgersi che i miei sono i più belli, in tutti i sensi?

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20

10 2007

Memories…

Al 3.1 io c’ero…

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14

10 2007

Trend?

”Sta andando molto bene, al di sopra delle previsioni. Ragionevolmente siamo in una traiettoria che va abbondantemente sopra i due milioni. E’ il trend allo stato dell’arte”. Lo ha dichiarato Antonello Soro, uno dei tre coordinatori del Comitato 14 ottobre, intervistato dal quotidiano online Affaritaliani.it. (fonte)

Come rovinare una bella notizia. Le parole sono importanti, accidenti a voi. E’ anche da lì che inizia il cambiamento, il distacco; sono loro che tracciano la linea di confine. Stamattina, mentre votavo, un bimbo (non avrà avuto più di dieci anni) ha chiesto al padre: “Papà, ma l’Ulivo non è di Prodi? E tu voti il mortadella?” Sono stanca di questo uso fascista della caratterizzazione individuale (come faceva notare ieri su la Repubblica Curzio Maltese a proposito della brutta faccenda Storace-Levi Montalcini). E’ un sistema limitato e limitante, schiavo della faciloneria e della superficialità.

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14

10 2007

Il mio destino

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Oggi ne ho proprio abbastanza di libri brutti. No, non brutti, inutili. Lo capisci in fretta, praticamente dalle prime pagine: osservi la lei o il lui di turno che arranchiano (cit.) lungo percorsi prevedibilissimi o improbabilissimi. Sai già quello che diranno nella pagina successiva (e questo è il caso migliore); se non lo sai, puoi essere sicuro che diranno comunque una cosa banale. La cosa ancora più brutta è che ho letto un libro davvero interessante, con una trama semplice ma non sciocca, con qualche giusto brivido, con qualche piccolo, gentil pensiero e con qualche meditata azione. Epperò è sbaliato (ibid.) Nella mia CE non c’è posto per lui, starebbe veramente storto. E’ come aver conosciuto qualcuno per qualche ora, aver capito che poteva essere l’inizio di una bella amicizia (sì, sì, lo so: cit.) e poi doversi dire addio. Spiace, insomma.

Ah, un’immagine come quella sopra potete realizzarla qui. Ci si consola con poco…

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03

10 2007

I read banned books!

29

09 2007

Sotto la scrivania

Se ti senti offeso, cosa fai? Ribatti con pacatezza? Articoli il tuo pensiero? Dimostri che l’altro ha torto?

No.

Scrivi un libro.

Anzi due.

Se mi cercate, sono sotto la scrivania. A nascondermi.

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27

09 2007

37 anni

… e un po’ li dimostra, ammettiamolo. Ma non importa. Alle 22.30 su La7 finalmente, per la prima volta, Arancia meccanica sarà trasmesso da una TV generalista. Doppiato, presumo (la vera voce di Malcolm McDowell è strepitosa),  però meglio che niente. Una modesta proposta: se non volete sorbirvi l’inevitabile ora di presentazione (che comincerà appunto alle 21.30), date un’occhiata qui, qui, e qui. Sono tre bellissimi articoli su Arancia  meccanica presenti all’interno di un sito eccezionale: The Kubrick Site (molto più bello di quello autorizzato, le cui news si fermano al 2002). Viddy well, little brother. Viddy well.

25

09 2007

Dove siete?

Leggo blog di ogni tipo. E molti, moltissimi, sono interessanti, vivaci, ben scritti. E allora perché i manoscritti che mi arrivano sono tutti noiosi, piatti e scritti davvero male? Perché chi scrive un blog è contento di essere «pubblico» così e non ha bisogno di una piletta in libreria e di un malloppo di carta da regalare ad amici e a parenti? Perché l’immaginazione sprinta sulle (poche) righe di un blog, ma ha il fiato corto quando si tratta di correre la maratona del romanzo? Perché il blog è diretto, mentre la narrativa è indiretta? Perché ci vuole disciplina a «tenere» cento o più pagine, mentre si può (si deve?) essere allegramente indisciplinati quando si scrive un blog? Perché l’idea dell’«autore pubblicato» porta con sé una spocchia irrefrenabile? Dove siete, autori in pectore? Una cosa so: non siete mai passati neppure vicino alla mia cassetta delle lettere…

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25

09 2007

Giusto, però…

Giusto, efficace. Una doppia pagina su Repubblica che sconcerta e colpisce.

Se però, sulle copertine (e all’interno) dei supplementi femminili, non ci fossero quasi esclusivamente bambine anoressiche sarebbe anche meglio.

P.S. (25 settembre 2007) Confesso che, dopo aver letto l’articolo qui sotto, ho un po’ cambiato idea sul modo in cui si presenta il problema. Però la mia posizione sugli inserti femminili rimane valida.

Lo spettacolo (horror) dell’anoressica
Ida Dominijanni
«Mi sono nascosta e coperta per troppo tempo, adesso voglio mostrarmi senza paura, anche se so che il mio corpo ripugna. Voglio guarire perché amo la vita e la ricchezza dell’universo e spero che la mia foto shock sia di aiuto a chi è caduto nella trappola da cui io sto cercando di uscire». Ci affidiamo alla parola di Isabelle Caro, francese, 27 anni, un metro e sessantacinque di altezza per un peso oscillante fra i 25 e i 40 chili, per deglutire l’ultimo proiettile scagliato da Oliviero Toscani sull’immaginario collettivo con la sua mega-pubblicità, tre metri per sei, ovunque affissa e pubblicata (ma non sul «Corsera», che l’ha rifiutata), contro l’anoressia. Contro? La pubblicità, si sa, parla una lingua subliminale. Che la politica, anche questo si sa, non sa parlare e non sa leggere. Sì che non ci sentiremmo proprio di accodarci all’ottimismo pedagogico della ministra Livia Turco (committente di Toscani per un’altra pubblicità, stavolta guance rosee e sorriso smagliante, sulla salute), certa che la foto esangue e nuda di Isabelle Caro «possa aprire efficacemente un canale comunicativo originale e privilegiato, idoneo a favorire una assunzione di responsabilità verso il dramma dell’anoressia». Tanto meno ci rassicura il plauso della premiata ditta Dolce & Gabbana, per la quale ditta in pubblicità tutto fa brodo, dallo stupro di gruppo al corpo anoressico, purché serva a épater le bourgeois. E ci pare invece più sensata la preoccupazione di Fabiola De Clerq, ex anoressica a sua volta e fondatrice dell’associazione per la ricerca sull’anoressia, che la foto di Toscani possa sortire l’effetto contrario di scatenare in chi la guarda una insana gara per la magrezza. La pubblicità non è un comunicato politico e l’inconscio non funziona come una sezione di partito (quando c’erano). E l’anoressia, che non è un disturbo dell’alimentazione ma una sofferenza dell’inconscio, non la si può aggredire a suon di campagne pedagogiche di stato, né di grancasse mediatiche. C’era già toccato meno di un anno fa, di sorbirci una santa alleanza fra governi (italiano, inglese, argentino, spagnolo, tutti di centrosinistra), stilisti, produttori e venditori di moda, improvvisamente uniti dalla guerra alla taglia 38 e da un’accorata premura per tutte quelle ragazze vittime del sistema della moda (cioè degli stessi stilisti produttori e venditori): nel frattempo non c’è parso di vedere sfilare in passerella le taglie 46 e 48. Sugli effetti della campagna di Toscani, l’unico a essere almeno fedele a se stesso, sospendiamo il giudizio, ma di una cosa si può essere certi, che da stasera sulle anoressiche ricomincerà la grande abbuffata di prediche in tv officiate da Vespa, con esperti di ogni risma pronti a sentenziare questo e quell’altro pur di ammutolire, ancora una volta, il sintomo anoressico e quello che esso manda a dire: contro l’opulenza vincente del consumo e del potere, contro l’imperativo ad avere che uccide il desiderio di essere, contro l’estetica televisiva delle curve rifatte al silicone… E chi non vorrà partecipare all’abbuffata, potrà sempre consolarsi con le misure di miss Italia, o comprandosi un vestito del marchio sponsor della foto di Isabelle. (il Manifesto, 25-09-207)

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24

09 2007

E se domani…

L’immagine che trovate qui rappresenta qualcosa di così assurdo? In fondo, non è successa una cosa molto diversa con i canali televisivi (l’idea di pagare per vedere una partita era inconcepibile, quand’ero piccola). Forse ci salverà la pubblicità, il bisogno delle aziende di spingere i loro prodotti ovunque. E mi sento di dire che una cosa del genere, con i libri, forse non succederà più, non tanto perché è immorale, ma perché poco conveniente.

24

09 2007

Desideri proibiti

sliderule.jpg Darei un anno di stipendio per poter essere l’editor di quest’uomo. Anche due anni se ciò significasse trasferirmi in Canada. Tre per la sua collezione d’arte. E così via…

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21

09 2007

Ingiustizie e giustizie

Gli Emmy hanno giustamente premiato The Sopranos come migliore serie drammatica (di tutti i tempi, aggiungerei io). Ma la svirgolata tremenda è stata quella di premiare quel bietolone di James Spader (già premiato due volte), come miglior attore in Boston Legal, un pastrocchio tra comedy e drama, stipato di minigonne e di scollature podaliche (ne senso che arrivano ai piedi), dimenticando che James Gandolfini non ha semplicemente messo a punto un personaggio, ha incarnato un’epopea. Fantasticamente bello, invece, il premio a Ricky Gervais per Extras, commedia amarissima e spiazzante ancora più difficile da realizzare dopo quell’assoluto capolavoro di The Office (quello inglese, puleezee, non quello americano, eh?). Gervais è un puro genio, un autentico entomologo dell’anima mediocre (cioè di tutti noi). Invidio chiunque non sia ancora entrato nel tunnel dei Sopranos o chi non ha mai infilato il naso nella Wernham Hogg. Li aspettano due mondi ricchissimi,  saporosi e indimenticabili.

19

09 2007

Book’s anatomy

Per tutti quelli che chiedono: «Ma cosa c’è in questo libro?»

Da oggi in poi, so come rispondere.

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19

09 2007

Sincronicity

Autobus pieno. Voci alte. Obbligo d’ascolto.

“Ecché mi piace il pirsing… Perrò nonso… E se me lo faccio all’ombellico?”

Io e il Marito-Angelo ci guardiamo e, nello stesso istante, non riusciamo a non esclamare: “Ombellico?”

Quando si vive di parole, le parole vivono per te.

16

09 2007

Scuse

Ho combinato un pasticcio con i pingback. Mi scuso posticipatamente.

14

09 2007

La forza del passato – I

Sarà che noi lavoratori in CE abbiamo spesso a che fare con personaggi morti (si sa, l’autore acquista peso, una volta spirato), sarà che c’è di mezzo una perversione personale… fatto sta che in ogni città che io e l’Angelo andiamo a visitare non manca mai una puntata al cimitero. Così, sebbene a Los Angeles (a Glendale, per essere precisi) ci siano cose ben più «vive» da visitare, una visita al Forest Lawn Memorial Park era d’obbligo, soprattutto per me, vista la pletora di attori-registi-sceneggiatori-produttori che vi è sepolta. Sconfinato (si gira rigorosamente in auto) e ricco di cose davvero incredibili (copie del Mosè, del David e della Pietà di Michelangelo, due dei «world’s largest paintings» [una Crocifissione e una Resurrezione] e il Cenacolo «re-created in brilliant stained glass»), ci si trovano grandissimi personaggi (troppi per citarli tutti… guardate qui). Ovviamente c’è l’inghippo: bisogna arrivare preparatissimi perché si tratta di un cimitero attivo e nessuno vi spiegherà dove trovare la tomba di Humphrey Bogart o di Walt Disney. Alcune, poi, sono chiuse al pubblico. Ma lo spettacolo di questa verdissima e silenziosa collina da cui ammirare la distesa di Los Angeles ripaga di ogni fatica. Un paio di note pratiche per chi intende andarci. 1) Se volete proprio sapere dove si trova una certa tomba, andate su su Find a Grave e segnatevi le loro indicazioni, magari stampando la foto della sepoltura in questione (l’ho già detto, che c’è una perversione personale, no?). Ho trovato cose impossibili grazie a questo sito fantastico, anche tombe in mezzo a plot che, almeno in apparenza, sembravano di svariati chilometri quadrati. 2) All’ingresso, andate nell’edificio sulla destra (che è la sede dei servizi del cimitero) e prendete la loro brochure con i costi per le funzioni e la sepoltura (tanto per sapere cosa vi costerebbe un volo di colombe [20] al vostro funerale…) Sono tutti gentilissimi, anche se volete soltanto andare nei loro immacolati bagni.

Qui sotto, rispettivamente, la tomba di Spencer Tracy, di Ernst “Sua Altezza il Principe” Lubitsch e di James Stewart.

Spencer Tracy

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Tomba di James Stewart

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09 2007